DIRITTO
DI VOTO – 1945:
Nel 1912 il suffragio universale maschile riconobbe a tutti uomini di età superiore ai 21 anni il diritto di voto. La soglia dell’età minima per il diritto di voto venne innalzata ad anni 30 per gli uomini analfabeti.
Le donne, invece, dovranno attendere il 1945 quando il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi con decreto legislativo luogotenenziale n. 23 del 1° febbraio 1945, “Estensione alle donne del diritto di voto”, riconobbe per la prima vota il diritto di voto attivo ( eleggere i candidati) anche alle donne. L’estensione porta la firma di Umberto di Savoia, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, anche se fu solo un anno più tardi che le donne ebbero la possibilità di essere anche elette, oltre che eleggere. Infatti, fu solo nel 1946 che venne riconosciuto alle donne con età superiore ai 25 anni il voto passivo, ossia la facoltà di essere elette. La prima occasione di voto sono state le elezioni amministrative fra il marzo e l’aprile del 1946 e subito dopo, il 2 giugno 1946, quando le donne poterono votare al referendum istituzionale che chiedeva ai cittadini di scegliere tra la Monarchia e la Repubblica. Tuttavia, dal 1946 dobbiamo aspettare il 2006 per ottenere dei numeri rappresentativi della partecipazione delle donne in Parlamento.
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