DIRITTO DI VOTO – 1945Prima del 1912 solo alcuni uomini avevano il diritto di voto. Nel 1912 fu concesso il diritto di voto a tutti gli uomini sopra i 21 anni, ma per gli uomini analfabeti la soglia venne innalzata a 30 anni. Le donne dovettero aspettare il 1945 per ottenere il diritto di voto, e solo nel 1946 poterono anche essere elette. Le prime elezioni in cui le donne poterono votare furono quelle amministrative del 1946 e il referendum istituzionale del 2 giugno 1946. Tuttavia, la partecipazione delle donne in Parlamento non diventò significativa fino al 2006.
DIVIETO DI LICENZIAMENTO PER MATRIMONIO O GRAVIDANZA – 1963La legge n. 7 del 1963 protegge le donne lavoratrici dal licenziamento a causa del matrimonio o della maternità. Questa legge garantisce il reintegro della lavoratrice e il pagamento della retribuzione perduta a causa del licenziamento. Questa tutela è stata introdotta perché in passato le donne erano licenziate quando si sposavano o avevano figli, poiché si pensava che la maternità potesse causare problemi all'organizzazione aziendale. Questa legge si basa su principi costituzionali che tutelano il diritto delle donne lavoratrici di mantenere il lavoro e di conciliare la loro funzione di madre con quella lavorativa. Tuttavia, esistono ancora casi di licenziamento "camuffato" attraverso le dimissioni in bianco.
ACCESSO AI PUBBLICI UFFICI – 1963Fino al 1960, alle donne in Italia era proibito accedere a molte carriere pubbliche, come la magistratura e le forze armate. Rosa Oliva, una giovane laureata in Scienze Politiche, ha fatto causa al Ministero dell'Interno per essere stata respinta dal concorso per diventare prefetto solo perché donna. La Corte Costituzionale ha dichiarato che la legge che impediva alle donne di accedere a questi incarichi era illegittima e la legge è stata abrogata nel 1963. Questo ha permesso alle donne di entrare in tutte le carriere pubbliche senza limiti di mansioni o svolgimento di carriera. Nel 1959 è stato creato il Corpo della Polizia femminile, ma solo nel 1981 è stato unificato al corpo delle guardie di P.S. per diventare la moderna Polizia di Stato. Nel 1999 l'Italia ha permesso alle donne di arruolarsi nelle forze armate e nella Guardia di Finanza.
LEGGE SUL DIVORZIO – 1970Nel 1970 è stata approvata una legge che regolamentava lo scioglimento del matrimonio in Italia. Ma l'anno successivo, qualcuno ha chiesto un referendum per abolirla. Dopo una campagna elettorale aggressiva, il 60% degli italiani ha votato per mantenere la legge. Nel corso degli anni, la legge è stata migliorata e modificata per rendere più facile il divorzio. Nel 2015, una nuova legge ha ridotto i tempi per il divorzio a 6 mesi per la separazione consensuale e 12 mesi per la separazione personale.
RIFORMA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA – 1975Prima del 1975, il Codice Civile del 1942 dava al marito il potere di essere il capo della famiglia. Questo ha creato una situazione in cui la Costituzione italiana riconosceva la parità tra marito e moglie, ma le leggi ordinarie no. Nel 1975, la legge 151 ha ristabilito la parità di diritti e doveri tra i coniugi, ha abolito l'istituto della dote e ha condiviso il patrimonio familiare tra i coniugi, ha riconosciuto l'uguaglianza dei figli nati dentro o fuori dal matrimonio, e ha reso il tradimento una causa di separazione legittima.
LEGGE 194 SULL’ABORTO – 1978La Legge 194 del 1978 ha reso legale l'aborto in Italia per la prima volta, consentendo alle donne di scegliere di interrompere la gravidanza in strutture pubbliche entro i primi 90 giorni per scelta volontaria o entro i primi 180 giorni per ragioni terapeutiche. La donna ha il diritto di decidere di interrompere la gravidanza e ha un periodo di riflessione di sette giorni per prendere questa decisione. La legge prevede anche pene per chi pratica aborti illegali. Tuttavia, nel 2016, il Comitato Europeo dei Diritti Sociali ha criticato l'Italia per le difficoltà incontrate dalle donne che vogliono abortire e per il grande numero di medici obiettori. Prima del 1978, l'aborto era considerato un crimine sia per il medico che per la paziente.
DELITTO D’ONORE E MATRIMONIO RIPARATORE – 1981In passato, l'onore era molto importante e le persone erano disposte a proteggerlo anche con la violenza. In Italia, c'erano leggi che permettevano di uccidere o ferire qualcuno se si pensava che avesse offeso l'onore di una persona o della sua famiglia. Questo reato si chiamava "delitto d'onore" e permetteva di avere una pena più leggera rispetto ad altri reati simili. Inoltre, se un uomo stuprava una ragazza, poteva evitare la prigione sposandola e pagando per il matrimonio. Questo si chiamava "matrimonio riparatore". Tuttavia, questo sistema era ingiusto perché la vittima non aveva scelto e veniva spesso costretta a sposare il suo aguzzino. Nel 1981, queste leggi sono state abolite grazie alla ribellione di una ragazza siciliana, Franca Viola, che si è rifiutata di sposare l'uomo che l' aveva rapita e violentata. Questo è stato il primo caso in Italia di una donna che ha scelto di opporsi e di far condannare il proprio aguzzino.
PARI OPPORTUNITA’ – 2010Il decreto legislativo 5 del 25 gennaio 2010 riguarda il diritto delle donne a ricevere la stessa paga dei loro colleghi maschi in eguali condizioni di lavoro. Se un datore di lavoro viene condannato per discriminazione e non rispetta il decreto del giudice, può essere multato fino a 50.000 euro o arrestato fino a sei mesi. Questa legge si basa sulla direttiva 2006/54/CE che promuove la parità di opportunità e il trattamento equo tra uomini e donne sul lavoro, e modifica alcune parti del Codice delle pari opportunità (Dlgs 198/06).
QUOTE ROSA NEI CONSIGLI D’AMMINISTRAZIONE – 2011La legge 120 del 2011 indica che i consigli di amministrazione delle società pubbliche devono modificare i loro statuti per assicurare la presenza equilibrata di uomini e donne. Questo equilibrio viene raggiunto quando le donne rappresentano almeno un terzo dei membri eletti dell'organo amministrativo o di controllo. In pratica, la legge impone alle società pubbliche di promuovere la partecipazione delle donne nelle posizioni di leadership.
FEMMINICIDIO E VIOLENZA SULLE DONNE – 2013Il Decreto Legge 14 agosto 2013, n. 93 è una norma introdotta in Italia per prevenire il femminicidio e proteggere le vittime della violenza di genere. Le norme prevedono l'inasprimento delle pene per i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking, con situazioni aggravanti estese anche al coniuge in costanza del vincolo matrimoniale e a chiunque usi strumenti informatici o telematici. Tuttavia, nonostante l'introduzione di questa legge, la discriminazione di genere e la violenza di vario tipo rimangono problematiche ancora presenti in Italia.